Gambe tarlate o sbriciolate, guide dei cassetti consumate, piani di noce massiccio ricoperte di smalto sintetico. Questi sono solo alcuni dei danni più o meno importanti che possiamo vedere e che rendono necessari interventi di restauro per riportare un comò, una poltrona o un tavolo alle condizioni dell'epoca in cui sono stati costruiti e restituire loro dignità e bellezza originari.La domanda che spesso si pone chi viene contagiato dalla voglia del restauro è: ma ne vale veramente la pena? E quasi sempre la risposta è “Si!” Veder tornare a vivere un oggetto antico, o solo vecchiotto, magari ad opera delle proprie mani è molto gratificante e alla fine del lavoro il tempo e la fatica vengono dimenticati, rimarrà solo la bella sensazione di aver salvato una testimonianza, magari anche modesta, del nostro passato.
Un approccio corretto
Il primo passo per affrontare in modo corretto un restauro è capire il mobile che vogliamo recuperare, paradossalmente dovremmo cercare di “ascoltarne la voce”. E’ importante passare qualche momento ad osservare con attenzione il manufatto che intendiamo restaurare per imparare a capirne l’usura subita nel tempo, gli interventi eseguiti in passato e riconoscere i segni lasciati dall’uso quotidiano e dalle migliaia di mani che l’hanno toccato. Non sarà tempo perso, perché l’abitudine ad un’attenta osservazione (ed un po’ di esperienza!), ci permetteranno di decidere la corretta procedura per ridare nuovo lustro al nostro oggetto.